Il vento trasporta particelle di polvere, microrganismi, polline, granelli di sabbia, tutti questi elementi si identificano generalmente come particolato che si diffonde in atmosfera sotto forma di aerosol. Il particolato si deposita ovunque, ma quando si deposita su neve o ghiaccio prende il nome di cryoconite (o crioconite). La presenza di elementi a base di carbonio come la fuliggine rende questo composto scuro, tanto da essere facilmente visibile sulla superficie dei ghiacciai. Se il deposito di questa sostanza si accumula in abbondanza, il suo colore scuro tende a trattenere l'energia solare e a scaldarsi a sufficienza da fare sciogliere il ghiaccio sottostante, tendenzialmente il materiale si concentra a macchie e così si producono quelli che vengono detti fori crioconitici e il materiale poi precipita sul bedrock, ovvero il fondo del ghiacciaio.
Fronte del ghiacciaio del Lys, il ghiaccio è "sporco" di cryoconite.
Cryoconite e astrobiologia
Recentemente la cryoconite ha interessato gli scienziati per diversi motivi. I microrganismi che si trovano al suo interno sono tra i più resistenti in natura come i tardigradi e i rotifera, i primi famosi per il loro paffuto aspetto, possono sopportare temperature estreme, radiazioni elevate di diverso tipo (ionizzanti e UV) e pressioni altissime. Entrambi i gruppi hanno la capacità di entrare in criptobiosi, una specie di "ibernazione" in cui i processi metabolici si arrestano a fronte di problemi ambientali, come la mancanza di acqua, per poi riprendere a vivere quando le condizioni ambientali tornano favorevoli. Dal punto di vista astrobiologico la cryoconite fornisce un campo di studio dove valutare la possibilità di trovare queste forme di vita anche su altri pianeti del sistema solare o lune che possiedano una criosfera, come Europa, il satellite di Giove.
Depositi di cryoconite - ghiacciaio di Indren.
Prelievo di campioni superficiali di cryoconite.
Cryoconite e isotopi radioattivi
Come detto, la cryoconite non contiene solo forme biologiche ma anche minerali, compresi isotopi cosmogenici e radioattivi. I raggi cosmici in atmosfera producono diversi isotopi stabili e instabili come il carbonio-14 e il berillio-10. Questi si legano con gli aerosol in atmosfera e precipitano sia al suolo che sui ghiacciai legati alla cryoconite. Allo stesso modo altri isotopi radioattivi, questa volta antropogenici subiscono lo stesso destino. I ghiacciai che si sciolgono per il cambiamento climatico riversano la cryoconite nei fiumi, i ricercatori stanno osservando che la quantità di cesio-137, americio-241 e bismuto-207 - elementi radioattivi prodotti dai disastri nucleari o dai test atomici - è molto alta nei campioni di cryoconite analizzata. Quindi tutto quello che finora era intrappolato nel ghiaccio si riverserà nell'ambiente. Gli istituti coinvolti in questa ricerca sono: il Plymouth Marine Laboratory e l'Università di Sheffield (Regno Unito); L'Istituto di fisica nucleare PAS, AGH e l'Università della scienza e tecnologia in Polonia; L'Università Milano-Bicocca in Italia; l'Università del Northern British Columbia in Canada.
Prelievo di campioni superficiali di cryoconite e misure sui raggi cosmici.
Campione di crioconite vista al microscopio, ci sono evidenti tracce biologiche, minerali (punti scuri), crostacei e spore dell'alga rossa Chlamydomonas nivalis che a volte può letteralmente colorare di rosso la neve.
Cryoconite e micrometeoriti
I sedimenti crioconitici depositati sul badrock, oltre a microrganismi sono costituiti da bozzoli di siderobatteri filamentosi con dimensioni fino a circa 1 mm, in cui sono incapsulati grani di minerali, un gruppo di scienziati dedito alla ricerca di micro meteoriti in Antartide e Groenlandia, ha combattuto non poco per disgregare i fitti filamenti in laboratorio, al fine di estrarre sufficiente sabbia glaciale con dimensioni maggiori di 100 μm. In una quantità di circa 120 grammi di sabbia estratta da 20 kg di cryoconite, hanno recuperato circa 750 sferule cosmiche e 250 micrometeoriti non completamente fuse, queste micrometeoriti provengono prevalentemente dalle condriti idrocarboniose.
Esempio di micrometeoriti sferiche (repertorio AP)
Cryoconite e raggi cosmici
In sostanza si può notare come la crioconite rispecchia la natura multidisciplinare dei raggi cosmici, per noi salire in alta quota è sempre un'opportunità per misurare il flusso dei raggi cosmici al variare dell'altitudine e come di consueto un piccolo strumento ha permesso facilmente e semplicemente di visualizzare tale relazione.
Un punto di misura sul Col d'Olen nei pressi dell'istituto Angelo Mosso (sullo sfondo) a 2900 m di quota.
Andamento dei raggi cosmici al variare della quota raggiunta.
Fonti:
https://www.unimib.it/node/9480
https://www.plymouth.ac.uk/news/nuclear-disasters-could-leave-a-lasting-legacy-of-contaminants-in-glaciers
https://tc.copernicus.org/articles/14/657/2020/tc-14-657-2020.pdf
https://link.springer.com/content/pdf/10.1007%2F3-540-34335-0_5.pdf
Il Liceo “Patrizi” di Cariati torna nella stratosfera 18.10.2025
Dopo il successo delle precedenti missioni, gli studenti del liceo sono pronti a vivere una nuova avventura scientifica con il Progetto SEM (Stratospheric Experiment Mission), un’iniziativa che unisce ricerca, formazione e passione per la scienza.
L’obiettivo di questa nuova missione è ambizioso e affascinante: studiare le radiazioni cosmiche e i loro effetti sull’uomo e sulla vita biologica. Gli studenti analizzeranno come i raggi cosmici interagiscono con batteri, cellule umane e DNA, contribuendo a comprendere meglio i rischi e le potenzialità dell’esposizione alle radiazioni in ambienti estremi.
Il progetto nasce grazie alla collaborazione con università, enti di ricerca e laboratori scientifici di livello nazionale, che affiancano i giovani scienziati in tutte le fasi: dalla progettazione del payload fino all’analisi dei dati raccolti in quota.
Il lancio del pallone stratosferico è previsto per il 20 ottobre dallo stadio comunale di Paola (CS), e sarà possibile seguirlo anche in diretta. Un’esperienza che porta la scuola “oltre i confini del cielo”, dove scienza, tecnologia e sogni si incontrano per costruire il futuro.

Uno studio della NASA per futuri viaggi cosmici 24.10.2025
La NASA ha recentemente condotto la missione aerea SWXRAD (Space Weather Aviation Radiation) in Groenlandia per studiare gli effetti delle radiazioni cosmiche sull’aviazione e sui futuri viaggi spaziali. Tra il 25 e il 28 agosto, due voli di cinque ore da Nuuk hanno raccolto dati sulle dosi di radiazione a cui sono esposti equipaggi e passeggeri durante il volo, in particolare alle alte latitudini, dove la protezione del campo magnetico terrestre è minima. Le radiazioni cosmiche, originate dal Sole e da sorgenti lontane come le supernove, rappresentano una delle principali sfide per la sicurezza sia dell’aviazione civile sia delle missioni spaziali verso la Luna e Marte. I dati ottenuti verranno confrontati con il modello globale NAIRAS (Nowcast of Aerospace Ionizing Radiation System) per migliorare le previsioni di esposizione e sviluppare sistemi di monitoraggio più accurati. L’aereo della NASA, un B200 King Air equipaggiato con sofisticati dosimetri, ha permesso di raccogliere misurazioni dirette che serviranno a validare e affinare i modelli teorici.

Fonte: NASA
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Tardigradi sulla Luna
Una sonda schiantata sulla Luna ha probabilmente seminato migliaia di tardigradi sulla sua superficie...
Il libro AstroParticelle
26.09.2013 - Un viaggio scientifico tra i raggi cosmici raccontato attraverso la storia, le invenzioni i rivelatori e gli osservatori; senza trascurare gli effetti che essi producono coinvolgendo numerose discipline scientifiche tra cui astrofisica, geofisica e paleontologia.
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