Pagina generata come piccolo contributo all'eclisse di Sole del 21 agosto 2017.
Ci può essere qualche relazione tra il flusso dei raggi cosmici misurati a terra e un'eclisse di Sole?
Sembra una domanda banale, in quanto la Luna è solamente un granello di sabbia che si interpone tra il Sole e la Terra (e lo fa sempre anche senza eclissi) e per i raggi cosmici che provengono dal cosmo in maniera isotropica, la sua influenza è praticamente inesistente.
Bisogna però ricordare quali parametri modulano le misure degli strumenti che contano le particelle secondarie generate in atmosfera e prodotte dai raggi cosmici primari provenienti dallo spazio, queste variabili sono:
1. Un'eclisse di Sole ha una durata complessiva di qualche ora, ma la fase di totalità -durante la quale il disco solare si oscura completamente - dura solo qualche minuto. Durante questo tempo l'attività solare sarà costante e la Luna potrà agire come schermo verso il Sole o verso il vento solare per una frazione infinitesimale; per cui durante un'eclisse possiamo considerare l'attività solare che influenza la Terra come una costante.
2. La luna è priva di campo magnetico e quindi non può influenzare quello terrestre che rimarrà anch'esso pressoché costante, durante tutto il tempo di svolgimento dell'eclisse.
3. Rimangono i parametri atmosferici, infatti la cosa che si manifesta sensibilmente in particolare durante la totalità dell'eclisse è il notevole calo di radiazione solare, ovvero di temperatura.
Il calo di temperatura può produrre un calo di pressione atmosferica - la relazione non è così robusta e diretta - ma diciamo che ci sono probabilità che la pressione possa diminuire.
A fronte di un calo di pressione la colonna d'aria locale interessata si può ridurre, ne consegue che le prime interazioni tra i raggi cosmici primari con le molecole dell'aria potrebbe avvenire a un'altitudine minore. La conseguenza è che alcune particelle -come i muoni - devono percorrere meno atmosfera e hanno meno probabilità di decadere prima di raggiungere il suolo; perciò gli strumenti a terra ne misureranno un flusso maggiore.
Se la temperatura e la pressione diminuiscono, si può anche immaginare che la densità dell'aria aumenti e questo potrebbe portare a una maggiore probabilità di collisione dei protoni primari con le molecole di aria, con un conseguente aumento anche di neutroni in atmosfera. Si tratta di variazioni molto piccole e difficili da percepire. Per notare qualche variazione sono necessari strumenti altamente sensibili e anche sensibili a bassi livelli di energia delle particelle.
Come esercizio ludico possiamo vedere se nel rivelatore di neutroni di Newark (Colburn Laboratory, 150 Academy St, Newark, DE 19716 - New Jersey, USA) che fa parte della rete di NMDB, compare il comportamento appena descritto. Questo rivelatore è stato l'unico funzionante online che si trovasse vicino alla zona interessata dall'eclisse, ma sfortunatamente non rientrante nella fascia di totalità.
La fase dell'eclisse a Newark (cortesia timeanddate.com)
Il tempo è relativo a quello locale, per questa "analisi" dovrà essere trasformato in tempo universale (UTC):
Il tempo locale a Newark si discosta di -4 ore rispetto al UTC (cortesia timeanddate.com)
Vediamo il grafico ricavato dal Neutron monitor database, il quale fornisce i dati del conteggio di neutroni in relazione alla pressione atmosferica, il tempo è espresso in UTC:
Per semplificare la lettura riportiamo lo stesso grafico con sovrapposti i dati di inizio, fase massima e fine eclisse:
Come si può notare all'inizio dell'eclisse la pressione atmosferica diminuisce, come sarebbe prevedibile, ma in realtà era già in diminuzione, e al termine dell'eclisse non ritorna ai valori iniziali come ci si aspetterebbe, il comportamento dei neutroni invece è confermato, infatti al calare della pressione il loro conteggio aumenta sensibilmente.
Questa simulazione è ancora più esplicativa per il "probabile" comportamento atteso, tuttavia il problema fondamentale è che la stazione di rivelazione dei neutroni di Newark era fuori dalla fascia di totalità dell'eclisse. Si potrebbero fare esercizi simili recuperando i valori di temperatura atmosferica, chi vuole approfondire può scaricare i dati ascii relativi al grafico: filetxt.
Per finire alcune immagini recuperate dalla trasmissione streaming della NASA con alcune delle attività più interessanti.
L'anello di diamante (NASA)
Numerosissimi i lanci di palloni stratosferici per le misure ambientali durante l'eclisse.
Indagini sui disturbi radio durante la prima eclisse ripresa in volo, nel 1925.
Immagine ripresa dal dirigibile durante la prima eclisse ripresa in volo, nel 1925.
Immagini, video e spettrografia riprese dall'aereo per attività scientifiche (G-III Aircraft)
M.A.
Il Liceo “Patrizi” di Cariati torna nella stratosfera 18.10.2025
Dopo il successo delle precedenti missioni, gli studenti del liceo sono pronti a vivere una nuova avventura scientifica con il Progetto SEM (Stratospheric Experiment Mission), un’iniziativa che unisce ricerca, formazione e passione per la scienza.
L’obiettivo di questa nuova missione è ambizioso e affascinante: studiare le radiazioni cosmiche e i loro effetti sull’uomo e sulla vita biologica. Gli studenti analizzeranno come i raggi cosmici interagiscono con batteri, cellule umane e DNA, contribuendo a comprendere meglio i rischi e le potenzialità dell’esposizione alle radiazioni in ambienti estremi.
Il progetto nasce grazie alla collaborazione con università, enti di ricerca e laboratori scientifici di livello nazionale, che affiancano i giovani scienziati in tutte le fasi: dalla progettazione del payload fino all’analisi dei dati raccolti in quota.
Il lancio del pallone stratosferico è previsto per il 20 ottobre dallo stadio comunale di Paola (CS), e sarà possibile seguirlo anche in diretta. Un’esperienza che porta la scuola “oltre i confini del cielo”, dove scienza, tecnologia e sogni si incontrano per costruire il futuro.

La giornata "cosmica" internazionale arriva a 14.
La Giornata Cosmica Internazionale (ICD) è dedicata a studenti, insegnanti e scienziati di tutto il mondo che ogni anno si riuniscono per far conoscere i raggi cosmici e discutere sulle tecniche di rilevamento e le discipline scientifiche coinvolte. L'evento è pensato proprio per promuovere l'attività scientifica nelle scuole. Gli alunni avranno così la possibilità di trascorrere una giornata divertente ed emozionante comportandosi come veri scienziati...
Uno studio della NASA per futuri viaggi cosmici 24.10.2025
La NASA ha recentemente condotto la missione aerea SWXRAD (Space Weather Aviation Radiation) in Groenlandia per studiare gli effetti delle radiazioni cosmiche sull’aviazione e sui futuri viaggi spaziali. Tra il 25 e il 28 agosto, due voli di cinque ore da Nuuk hanno raccolto dati sulle dosi di radiazione a cui sono esposti equipaggi e passeggeri durante il volo, in particolare alle alte latitudini, dove la protezione del campo magnetico terrestre è minima. Le radiazioni cosmiche, originate dal Sole e da sorgenti lontane come le supernove, rappresentano una delle principali sfide per la sicurezza sia dell’aviazione civile sia delle missioni spaziali verso la Luna e Marte. I dati ottenuti verranno confrontati con il modello globale NAIRAS (Nowcast of Aerospace Ionizing Radiation System) per migliorare le previsioni di esposizione e sviluppare sistemi di monitoraggio più accurati. L’aereo della NASA, un B200 King Air equipaggiato con sofisticati dosimetri, ha permesso di raccogliere misurazioni dirette che serviranno a validare e affinare i modelli teorici.

Fonte: NASA
Elettroni superveloci dal Sole svelati dal Solar Orbiter 3.09.2025
La missione Solar Orbiter dell’ESA continua a stupire, rivelando nuovi dettagli sul comportamento degli elettroni più veloci del Sistema Solare. Queste particelle energetiche, note come "Solar Energetic Electrons (SEE)", vengono accelerate dal Sole e possono avere effetti significativi sui sistemi spaziali e terrestri. Tra novembre 2020 e dicembre 2022, Solar Orbiter ha osservato oltre 300 eventi di SEE, grazie agli otto strumenti scientifici a bordo. Gli studi hanno collegato questi eventi a due fenomeni solari distinti: i brillamenti solari, che rilasciano elettroni in modo rapido e impulsivo, e le espulsioni di massa coronale (CME), che emettono una grande quantità di particelle su tempi più lunghi. Grazie a questi dati, gli scienziati possono ora tracciare con maggiore precisione il percorso degli elettroni fino alla loro origine solare, migliorando la comprensione dei meccanismi di accelerazione e trasporto delle particelle energetiche. I risultati sono stati pubblicati su "Astronomy & Astrophysics"...

Fonte: ESA
Il libro AstroParticelle 26.09.2013 - Un viaggio scientifico tra i raggi cosmici raccontato attraverso la storia, le invenzioni i rivelatori e gli osservatori; senza trascurare gli effetti che essi producono coinvolgendo numerose discipline scientifiche tra cui astrofisica, geofisica e paleontologia. |
Accedi | Registrati